giovedì 26 luglio 2018

Vita 3.0 - Max Tegmark

Vita 3.0
Max Tegmark



Dopo aver letto il saggio “Percezioni” di Beau Lotto che mi ha aggiornato sullo stato dell’arte delle neuroscienze, il libro postumo “il fiume della conoscenza “ di Oliver Sachs, scritto nella sua prosa delicata ed empatica, che tratta tra gli altri argomenti l’essenza stessa del fenomeno che ne da il titolo, “L’algoritmo definitivo” di Pedro Domingos, un’introduzione all’AI alle reti neurali ed al machine learning (abbastanza complicato per le mie nozioni), non poteva mancare questo saggio che si interroga sul significato dell’AI in relazione al genere umano
Lo trovo scorrevole e di facile lettura (forse perché le difficoltà nell’assimilare i concetti del saggio precedente hanno ... spianato la strada)

Si parte con la definizione delle 3 fasi della vita.
La vita è definita come un processo che può conservare la propria complessità e replicarsi: ciò che viene replicato non è la materia (composta da atomi) ma l’informazione (fatta di bit) che specifica come sono configurati gli atomi
La complessità crescente della vita è causata dall’evoluzione che ricompensa la vita abbastanza complessa da prevedere e sfruttare le regolarità del proprio ambiente: al crescere della complessità di un ambiente si evolve una vita più complessa ed intelligente; questa vita più intelligente crea un ambiente ancora più complesso ecc ecc

Vita 1.0 (biologica): sopravvive e si replica
Non può riprogettare ne il proprio hardware ne il proprio software: entrambi sono determinati dal dna e cambiano solo per effetto dell’evoluzione su tempi molto lunghi 
Hardware e software derivano dall’evoluzione anziché da un progetto

Vita 2.0 (culturale): è in grado di progettare il proprio software, come apprendere nuove competenze anche complesse ed aggiornare la propria visione del mondo ed i propri fini
Hardware frutto dell’evoluzione, software in gran parte progettato
Siamo noi: le ns sinapsi immagazzinano circa 100 terabyte di info, il dna circa 1 gigabyte
Vita 2.0 è più intelligente di vita 1.0 e si adatta più velocemente alle trasformazioni ambientali
Abbiamo sviluppato tecnologie molto potenti, ma il limite stà nell’attuale incapacità di determinare la lunghezza della ns vita ad es, memorizzare un’intera enciclopedia o viaggiare nello spazio senza astronavi

Vita 3.0 (tecnologica): non esiste ancora sulla terra
Riprogetta anche il proprio hardware senza aspettare i tempi lunghi dell’evoluzione
È padrona del proprio destino e libera dai vincoli della sua evoluzione 

I confini sono naturalmente sfumati:
V1.0 possono essere i batteri
V1.1 ad es i topi (limiti nell’apprendimento)
V2.0 gli umani attuali
V2.1 umani con aggiornamenti hardware secondari (membra artificiali, pacemaker, ecc)
V3.0 è controverso quando si possa manifestare
Secondo alcuni sarà un risultato dell’IA già entro un secolo, in particolare IAG (generale), visto che quelle specializzate già esistono e superano le capacità umane

Gennaio 2015 convegno a Puerto Rico sul futuro della IA

Intelligenza: capacità di realizzare fini complessi
IA: intelligenza non biologica
Intelligenza ristretta: capacità di raggiungere un insieme limitato di fini (attuale IA)
Intelligenza generale: capacità di raggiungere qualsiasi fine compreso l’apprendimento (l’algoritmo finale titolo del libro letto in precedenza: un learner generale)
Intelligenza universale: capacità di acquisire un’intelligenza generale dato l’accesso a dati e risorse
IAG: capacità di svolgere qualsiasi compito cognitivo almeno altrettanto bene di un umano
Super intelligenza: intelligenza generale molto al di sopra del livello umano
IA amichevole: super intelligenza i cui fini sono allineati con i nostri
Esplosione dell’intelligenza: automiglioramento ricorsivo che porta rapidamente ad una superintelligenza
Singolarità: esplosione dell’intelligenza
Universo: regione di spazio da cui la luce ha avuto il tempo di raggiungerci nel corso dei 13,8 miliardi di anni trascorsi dal Big Bang

Sfatiamo alcuni miti:
nessuno sa quando e se si potrà manifestare la super intelligenza 
L’IA non può essere malvagia: semplicemente potrebbe divenire competente con fini non allineati ai nostri (es produzione graffette)
I robot non sono l’incarnazione della AI: ad es una AI con fini non allineati ai ns non ha bisogno di robot per distruggerci
L’AI invece potrebbe benissimo controllare gli esseri umani (come noi controlliamo le tigri perché siamo più intelligenti)
Le macchine possono avere un obiettivo (as es missili a ricerca di calore)
La preoccupazione reale è lavorare adesso per pianificare una futura realizzazione di una super intelligenza sicura (per noi)

La materia diventa intelligente (esplosione di intelligenza)
Nei 13,8 mld di anni, materia stupida e senza vita è diventata intelligente, cioè capace di realizzare fini complessi. L’intelligenza è neutra: può servire per realizzare fini considerati sia buoni che cattivi
Inoltre tendiamo ad antropizzare la difficoltà dei compiti: diciamo che riconoscere un viso è più facile di moltiplicare due numeri di 8 cifre. Vero per noi ma l’opposto per i computer 

Paradosso di Moravec

Per ora le macchine non sono in grado di progettare IA
Il perfezionamento è causato da esseri umani
Quando sarà superato questo limite si parla di singolarità 

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