domenica 10 giugno 2018

Percezioni - Beau Lotto

Percezioni
 come il cervello costruisce il mondo

Beau Lotto




La realtà esiste ma noi NON la vediamo.
L’oggettività esiste di per se ma noi non la percepiamo perché il nostro cervello non si è evoluto per fare questo.
I sensi percepiscono informazioni oggettive meccanicamente, ma solo in piccola parte sono utilizzate dal cervello: ad es in termini di quantità di connessioni neurali, solo il 10% delle informazioni che esso usa per vedere deriva dagli occhi, il resto da altrove!
La percezione non deriva solo dai 5 sensi ma dalla rete di comunicazioni molto sofisticata del cervello che da senso all’insieme delle informazioni che vi entrano.
Il testo si occupa di neuroscienza della percezione.
Il nostro cervello è l’incarnazione fisica degli automatismi percettivi dei nostri antenati, plasmati durante il processo di selezione naturale, (memoria di specie) combinati con i nostri stessi automatismi (memoria delle ns esperienze personali- sviluppo individuale) e a quelli della cultura in cui siamo immersi (memoria sociale - apprendimento)
Vediamo cioè solo quello che in passato ci è servito per sopravvivere, e nient’altro!
Ma allora come possiamo distaccarci dal passato e vivere e creare in maniera differente in futuro?
Cambiando il “modo di vedere”
La caratteristica specifica degli esseri umani è la capacità di vedere la propria vita e condizionarla riflettendo sul processo stesso della percezione
Vediamo noi stessi nell’atto di vedere
La percezione inoltre non è un’operazione che ha luogo nell’isolamento del ns cervello ma fa parte di un processo continuo all’iterno di un’ecologia (cioè la relazione di ogni cosa con le cose che la circondano e le reciproche influenze)
La vita è un’ecologia, non un semplice ambiente!
Leggendo il libro di Lotto ci sentiamo continuamente spiazzati perché con esempi pratici mette in dubbio assunti fondamentali (es ciò che vediamo NON è la realtà) e quindi genera incertezza.
Il cervello è terrorizzato dall’incertezza: l’incertezza è il problema per la cui soluzione il ns cervello si è evoluto.
Risolvere l’incertezza è il compito insito sia nell’evoluzione che nello sviluppo di ogni individuo e nell’apprendimento.
Il mondo è in continua trasformazione e lo sviluppo esponenziale delle interconnessioni tra individui, istituzioni, ecc non fa che rendere il ritmo del cambiamento più frenetico (essenza di un sistema complesso non lineare quindi difficile da prevedere come sappiamo dalla teoria del caos)
Sempre più spesso eventi ci colgono impreparati: per questo il cervello umano si è evoluto per trasformare in certezza tutto ciò che è incerto: automatismi sociali e culturali (religioni, partiti politici, odio e razzismo) hanno motivazioni biologiche: il tentativo di disconnettersi da un mondo in movimento quindi più incerto!
Questi automatismi (bias) limitano la ns libertà perché contrastano la creatività 
Il dubbio è alla base del cambiamento (comportamento deviante) perché mette in chiaro i ns assunti (bias) dei quali NON siamo spesso consapevoli (si tratta di risposte cosiddette istintive, che non procedono da una scelta ragionata)
Il dubbio produce possibilità “devianti” liberandoci da assunti costrittivi e permettendoci di vedere oltre il senso di utilità con cui il passato lo ha allenato a vedere
Il valore sta nelle domande!

Be folish! 
Siate deliranti (ricorda Steve Job)
La lettura del libro ricorda l’autore modifica fisicamente il cervello (logico, crea nuove sinapsi!)
La particolarità del cervello umano è il fatto di essere delirante: cioè nella nostra mente possiamo avere contemporaneamente realtà che si escludono reciprocamente e che possiamo vivere con l’immaginazione)
Il ns cervello risponde anche a stimoli che non sono reali: la fmri ha dimostrato che si attivano le stesse aree del cervello guardando un oggetto o pensando di guardare un oggetto
Le decisioni apparentemente razionali che prendiamo sono in realtà guidate da forze percettive di cui non abbiamo coscienza 
Infine il cervello è ghiotto di differenze, di contrasti perché servono per costruire relazioni (passaggio indispensabile per creare percezioni)

Cap 1
Per convincerci del fatto che non vediamo la realtà Lotto richiama il noto tormentone di #thedress: la foto postata di un vestito che avrebbe voluto indossare la madre di una sposa alla cerimonia che ... ognuno di noi vede di colori diversi! (Blu/nero oppure bianco/oro)


Ci sono stati studi per determinare quali categorie di persone vedono in un modo e quali nell’altro (giovani/anziani, ecc) ma perché la gente vede colori diversi?
Questo dimostra la natura controintuitiva del nostro cervello.
Il compito più semplice del cervello (anche organismi più semplici come le meduse che ne sono sprovvisti ne sono capaci) è quello  di percepire intensità di luce differenti
Tuttavia ci sono miliardi di cellule e relative connessioni nel ns cervello dedicati a questo compito: come mai?
The dress ha dimostrato che anche se percepiamo la luce, non necessariamente ne vediamo la realtà 
Nel testo ci sono poi diverse pagine con figure che appaiono colorate con diverse tonalità di grigio, ma una loro sovrapposizione rivela che sono tutte dello stesso grigio
Effetti simili valgono anche per gli altri sensi (sono riportati esperimenti simili mirati ad es sul tatto)
Il ns cervello si è evoluto per sopravvivere:
Vedere la realtà con accuratezza potrebbe essere addirittura un impedimento
 Altra cosa che impariamo da thedress è la capacità che abbiamo di sfidare gli assunti dominanti che ci costringono a cercare risposte nel posto sbagliato:
Bisogna accettare che non ci siamo evoluti per vedere la realtà con accuratezza
Perché non abbiamo accesso alla realtà?

Cap. 2 le informazioni sono prive di significato
Oggi siamo sommersi dalle informazioni (the big data) che sono velocemente accessibili (wiki era)
Tuttavia solo una parte trascurabile si trasforma in maggiore conoscenza: l’informazione di per sè non è potere.  E vale anche per i ns sensi!
I quali intercettano forme di energia elettrochimica di diversa natura.  In realtà non abbiamo accesso alle fonti di energia ma solamente a ciò che producono.
Rileviamo solo i CAMBIAMENTI delle cose, non le cose stesse!
Le cose non hanno significato: la realtà che le ns percezioni vedono è il significato delle informazioni (di per se insignificanti) ricevute dal cervello e poi elaborate
Il significato che la ns ecologia (interazione con il mondo) conferisce loro!
Il cervello è una macchina generatrice di senso.
Ogni sistema vivente ha evoluto un cervello che CREA informazione invece di limitarsi a trasmetterla
Il cervello si è evoluto per percepire il cambiamento, il movimento (“in movimento” titolo dell’ultima opera di Oliver Sacks)
Tutti gli stimoli (cioè ciò che passa dai ns sensi) di per se sono privi di significato perché ambigui: le fonti delle informazioni sono infatti moltiplicative (le informazioni provenienti da molteplici fonti si moltiplicano tra di loro e danno luogo ad informazioni ambigue)
Illuminante l’esempio della luce diurna.
La luce che percepiamo è composta da 3 fattori: il sole, gli elementi rifrattori e quelli trasmettitori
Di fatto non sappiamo a quale dei 3 fattori sia dovuta una determinata luminosità che ad esempio vediamo in un luogo
Cosi come la grandezza di oggetti lontani rapportata tra di loro: qual’è quello più grande? L’informazione che passa attraverso la ns retina non ce lo dice
Il cervello si è evoluto per aiutarci a sopravvivere alla marea di stimoli impossibili da elaborate come elementi distinti
Sopravvivere implica anche fare qualcosa: il bisogno di fare qualcosa: il cervello ha sviluppato la percezione perché ci muovessimo!
Gli esseri viventi reagiscono continuamente all’ambiente: gli stimoli che ticeve sono privi di significato perciò il cervello crea un significato che genera una risposta
Poiché le risposte possibili sono sempre molte, il cervello memorizzerà quelle che sono state più utili per riproporle in un momento successivo (bias)
La scienza cerca di arrivare alla fonte dei fenomeni fisici superando l’informazione per arrivare alla comprensione: le neuroscienze cercano di capire come il cervello vada oltre l’informazione per giungere al significato (il significato empirico dell’informazione)
Sperimentando e  confrontandoci attivamente con le fonti di informazioni ambigue costruiamo e modifichiamo l’architettura del ns cervello

3. Diamo un senso ai sensi
In tutte le percezioni c’è sempre un significato: non nelle informazioni che riceviamo ma è il cervello che opera all’interno di una ecologia a costruire significato servendosi delle esperienze passate
Viene descritto il caso di Ben Underwood, il bimbo che privato degli occhi aveva imparato a “vedere” con gli schiocchi di lingua (ecolocalizzatore come i delfini)
È una dimostrazione delle capacità di innovazione del cervello: siamo in grado di modificare fisicamente il cervello!
Il ciclo di risposta è al centro della percezione: “le esperienze precedenti forniscono al cervello un repertorio storico di feedback che scolpisce la sua architettura neurale; questa insieme alle conseguenti percezioni che ne derivano sono la nostra realtà “
Il cervello è una manifestazione fisica del ns passato (individuale culturale ed evoluzionistico) con la capacità di adattarsi ad un nuovo passato del futuro!
Fisica perchè neuroni (a loro volta composti da membrane, proteine, dna ed enzimi) e sinapsi costituiscono una rete neurale che si modifica a seconda del tempo intensità e durata degli stimoli che arrivano dai sensi, e questa modificazione condiziona la composizione del neurone e la sua struttura fisica.
Dato che prendiamo decisioni in base a queste reti neurali che sono in continua evoluzione in relazione al ns corpo ed all’ambiente circostante, vuol dire che siamo plasmati da questo processo!
Il cervello contiene le esperienze ns e dei ns antenati: il passato determina la struttura fisica del cervello quindi il ns modo di pensare ora ed in futuro
Più contatti abbiamo con il mondo più ricco sarà il repertorio di risposte da utilizzare per decidere cosa fare.
Essere attivi è neurologicamente necessario
Viene poi illustrato l’esperimento del gattino nel cesto (1963 Hendel Hein)
Due gattini di cui uno costretto all’immobilità rispondono in modo diverso agli stimoli
Lasciati liberi dopo il periodo dell’esperimento in 48 ore mostravano le stesse competenza.
Questo aiuta a spiegare la vicenda di Ben Underwood: privato della vista ha testardamente cercato di dare un senso alla marea di informazioni che gli altri sensi percepivano. 
Costruiva significati anche se incapaci - come noi - di percepire la realtà in maniera accurata: la percepiscono solo in maniera utile!
Viene poi descritto il Magnetic Perception Group (progetto di ricerca che cerca l’integrazione di nuove modalità sensoriali): attraverso una cintura che emette una lieve scossa permette di sapere sempre dove sia il nord.
È incredibile come le persone che l’hanno indossata per un periodo abbiano cambiato la percezione spaziale e quindi il proprio comportamento.
Il cervello dei partecipanti si è modificato fisiologicamente durante l’esperimento.
Anche dopo l’interruzione dell’esperimento, rimane qualcosa nel nostro cervello che infatti si riattiva quando la cintura viene reindossata dopo un lungo perido di assenza (una volta che sai andare in bici non lo dimentichi più si diceva una volta).
Evolvibilità: l’evoluzione si è evoluta per evolvere.
Sopravvivenza richiede innovazione: ci siamo evoluti per ridefinire continuamente la normalità 
Mentre l’evoluzione è il processo di prova ed errore a lungo termine, l’apprendimento è quello di breve termine (soprattutto in periodi convulsi come le età dello sviluppo.  Plurale perché oltre ai periodi di formazione più precoci ci sono altre fasi critiche (certe regioni della corteccia possono modificarsi per tutta la vita).
Purves ha indagato la giunzione neuromuscolare: il nostro cervello non può sapere dove mettere ogni singola cellula e neppure le connessioni tra di loro. Per innervare un muscolo lascia che crescano cellule muscolari e nervi e lascia che si combinino da soli: si producono cellule neuromuscolari ridondanti.  Producendo nutrimento per una sola coppiasi procede alla potatura delle cellule neuromuscolari in eccesso cosicché alla fine ogni neurone ha innervato una sola fibra muscolare. A questo punto si verifica un processo essenziale: la crescita.
La cellula nervosa inizia a ramificarsi e genera sempre più connessioni lungo la stessa fibrocellula (aumentando l’efficienza del controllo della fibra muscolare)
Similmente nel cervello adulto si stabiliscono connessioni tra le cellule della corteccia e del talamo: a differenza che nelle fasi iniziali dello sviluppo, se isolate sia le cellule della corteccia sia le rispettive del talamo morivano: dal primo sviluppo sino agli stadi più avanzati le cellule corticali e talamiche si sono adattate reciprocamente 
Le sequenze temporali per l’adattabilità neurologica sono:
Apprendimento (breve termine)
Sviluppo (medio t)
Evoluzione (lungo t)
La mente su armonizza cosi con la propria ecologia (cioè la relazione interattiva tra le cose e lo spazio fisico nel quale esistono)
La ns ecologia plasma il ns cervello (che cosi cambia il comportamento e a sua volta modifica la sua ecologia)
Quindi NON vedere la realtà ci permette di cambiare fluidamente. È fondamentale per la ns capacità di adattamento.
Cambiare comporta comunque dei rischi e deviare dalla rotta in maniera innovativa comporta rassegnarsi al caos di prove ed errori


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